La notizia che riguarda gli NFT, annunciata da John Glen, segretario presso il ministero dei servizi finanziari inglese, ha destato impressioni contrastanti, un misto di stupore, invidia e scetticismo.

Di che si tratta?

Entro il 2022 la Gran Bretagna prevede di emettere il proprio NFT (Non-Fungible Token).
L’Inghilterra vuole evidentemente fare da apripista all’interno di un mercato giovane che è in continua evoluzione. Parliamo di criptotecnologie e quindi di blockchain, criptovalute e NFT.

Ecco le parole di Glen: “Se le criptotecnologie diventeranno una parte importante del futuro, allora noi – il Regno Unito – vogliamo essere al piano terra”.

Il nuovo NFT sarà ‘prodotto’ dalla Royal Mint, ma non sarà l’unica iniziativa messa in atto dal governo inglese.

In programma, infatti, ci sono molte azioni politiche concrete, fra cui la richiesta alla Law Commission di prendere in considerazione lo status giuridico delle comunità basate su blockchain.

Si tratta di uno dei primi tentativi politici di regolamentare l’uso di queste nuove tecnologie.

Si parla molto di criptovalute e NFT ma sappiamo davvero in che cosa si differenziano?

Una criptovaluta, come qualunque valuta, non ha il valore di unicità, ma solo valore nominale.
Può essere cambiata con un’altra criptovaluta senza alterare il valore nominale del relativo capitale.

Un NFT è un’entità unica e, come tale, acquistabile o vendibile. E’ una sorta di contratto o, meglio, di certificato che ufficializza la proprietà di un qualcosa ad esso associato.

La facilità di confondere i due termini, nasce dal fatto che NFT e criptovalute condividono l’infrastruttura tecnologica, ovvero la blockchain. Una blockchain registra e certifica transazioni tra soggetti.

Per approfondire vedi il nostro articolo dedicato alla blockchain: vai

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