QR Code del Green Pass: non lo postate sui social! Il Garante cinguetta dal suo profilo Twitter questo invito per salvaguardare la nostra privacy.
Se ci pensi è un cambiamento enorme rispetto alle comunicazioni ufficiali cui eravamo abituati fino a pochissimi anni fa. Le istituzioni cercano di arrivare ai cittadini proprio dove loro ‘abitano’ di più. I social. E da lì a sposare i linguaggi nuovi e ‘semplificati’ è un attimo. Un’evoluzione lenta che parte forse dalle “pubblicità progresso”.
Da una parte la lentezza e incoerenza di certa burocrazia e, dall’altra, hashtag informali e frasi brevi e dirette. Magari c’è chi non apprezzerà un simile ‘imbarbarimento’ ma se scegli di coglierne gli aspetti positivi ne troverai.
Qualche giorno fa il Garante voleva far presente che è una grande sciocchezza condividere il proprio QR Code del Green Pass vaccinale sui social. E quale luogo migliore dei social per far arrivare l’avvertimento in modo forte e chiaro?
Ci voleva far presente che ci sono dietro dati importanti che possono essere divulgati, registrati, venduti e acquistati in mille modi.
Una tirata d’orecchie simpatica. Necessaria, perché siamo in piena scoperta e apertura digitale a tutti i livelli, ma ci manca l’abc della sicurezza informatica.
Forse il Governo dovrebbe cinguettare di più.
Magari ispirandosi agli intenti della trasmissione degli anni ’60, Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta.
Anche l’analfabetismo digitale è limitante e nasconde pericoli che è bene far presenti.
Sdoganiamo, quindi, emoticon, cinguettii, post, animazioni, infografiche..
Purché funzioni!