Agenzia per la cybersicurezza. Una realtà?

Ammettiamolo. Il governo italiano ha cercato più volte di affrontare con serietà il problema della cybersecurity. Ad oggi, però, la PA, sotto questo aspetto, è ancora molto a rischio. Lo ha ammesso pochi giorni fa il Ministro per l’innovazione tecnologica, Vittorio Colao, che ha dichiarato che il 93-95% dei server della PA non sono in condizioni di sicurezza.

Ma vediamo cosa è stato fatto di positivo finora.

Dal 2019 è attivo il Computer Security Incident Response Team (CSIRT). A sua volta il CSIRT risponde al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR), organismo di consulenza, proposta e deliberazione sugli indirizzi e le finalità generali della politica dell’informazione per la sicurezza.

Sì, gli acronimi fanno impazzire, ma, in questo caso, sembra siano stati compiuti anche passi molto concreti.

Vediamoli.

Nel corso di questo mese, è stata istituita l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) e, quasi contemporaneamente, è stato emanato il DL sul Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica.

Che cos’è il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica?

Si tratta di una serie di provvedimenti per la gestione continua del rischio di minacce cyber in Italia. Ecco in breve gli obiettivi di questa azione normativa:

1) l’individuazione degli enti più strategici che, se compromessi da cyber attacchi, porterebbero a un vero problema di sicurezza nazionale.

2) le misure da mettere in atto in caso di incidenti informatici.

3) i criteri di scelta dei prodotti da sottoporre a technology screening.

4) le regole di accreditamento per poter effettuare questa valutazione.

L’istituzione dell’Agenzia, insieme al provvedimento per il perimetro di sicurezza, sono ottimi segnali di innovazione e efficienza. La complessità del tema sicurezza in ambito cyber richiede conoscenze, interventi e competenze davvero articolate. La speranza è che l’Agenzia possa svolgere, con buoni risultati, la funzione di punto di riferimento per tutti gli organismi interessati e per le scelte normative necessarie.

La paura della complessità e lentezza burocratica a cui ci ha abituati la PA deve lasciare il posto alla speranza che le cose stiano un po’ cambiando. Intanto cogliamo l’aspetto positivo dei nuovi posti di lavoro che si creeranno per dar vita all’Agenzia.

La domanda è: ci saranno sufficienti figure esperte in questo settore?